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Post By:Admin Tuesday, August 18, 2015

HDVID Le confessioni Film Completo Italiano 2016 Senza Registrazione

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Titolo :Le confessioni

Anno : 2016

Rilascio :2016-04-21

Durata :100 Minutes

Motto :

Genere :Dramma, Thriller

Voti : 5.8 Utente :50 Piacere



In Germania, in un albergo di lusso sta per riunirsi un G8 dei ministri dell’economia pronto ad adottare una manovra segreta che avrà conseguenze molto pesanti per alcuni paesi. Con gli uomini di governo, ci sono anche il direttore del Fondo Monetario Internazionale, Daniel Roché, e tre ospiti: una celebre scrittrice di libri per bambini, una rock star,e un monaco italiano, Roberto Salus. Accade però un fatto tragico e inatteso e la riunione deve essere sospesa. In un clima di dubbio e di paura, i ministri e il monaco ingaggiano una sfida sempre più serrata intorno al segreto. I ministri sospettano infatti che Salus, attraverso la confessione di uno di loro, sia riuscito a sapere della terribile manovra che stanno per varare, e lo sollecitano in tutti i modi a dire quello che sa.
Come avrebbe annotato un professore dei tempi che furono, lo spunto è ottimo, ma lo svolgimento non è all’altezza. Dopo aver indagato i meccanismi politicanti in’Viva la libertà’, Andò alza il tiro volgendo il suo interesse alle istituzioni finanziarie sovranazionali, ovvero a quei comitati d’affari che, senza dover rendere conto a nessuno, decidono della sorte di interi popoli. Il direttore del Fondo Monetario Internazionale Daniel Roché convoca una sorta di incrocio fra Bilderberg e G8 in un lussuoso hotel sulle sponde di un lago tedesco: oltre ai ministri interessati, sono presenti anche un musicista rock, una scrittrice per bambini da sempre attivista in favore dei più deboli e, soprattutto, un frate italiano, un certosino di nome Roberto Salus. L’atmosfera ovattata e formale si spezza quando il direttore viene trovato morto dopo un lungo colloquio notturno con il religioso, che inevitabilmente è destinato a essere il primo sulla lista dei sospetti: favorito dal voto del silenzio, egli percorre la vicenda lasciando cadere solo poche, ma a lungo meditate frasi che – almeno per l’occasione – riescono a mettere i bastoni fra le ruote della ben oliata macchina capitalistica. Con l’espediente della trama gialla – cosa è accaduto a Roché? Quali segreti ha rivelato a Salus prima della morte? – il regista siciliano indaga le psicologie dei suoi personaggi cercando di scoprire se un minimo di umanità è rimasto nei loro cuori: nel gruppo di potenti chiusi in un luogo separato dal mondo il monaco ha la funzione di catalizzatore, spingendo ognuno a esprimere la propria essenza di norma nascosta da una patina di monolitiche buone maniere. L’interpretazione di Servillo è a tal scopo ancora una volta perfetta: non una novità, ma il lavoro di sottrazione è davvero mirabile in un ruolo in cui le espressioni e financo la sola presenza fisica risultano più importanti delle pur distillatissime parole. Il rovescio della medaglia è che l’attore finisce per attirare su di sé tutta l’attenzione dello spettatore, ma non si può certo fargliene una colpa: la responsabilità non sta tanto in un cast che al confronto risulta un po’ sbiadito – con le parziali eccezioni che consentono a Favino (il ministro italiano) e Auteuil (Roché) di ritagliarsi qualche spazio in più – quanto in una sceneggiatura che alla lunga non pare avere la consistenza per evitare la sensazione che i cento minuti siano troppi. La storia, scritta dal regista assieme ad Angelo Pasquini, è senza dubbio a tema – basterebbe il cognome del protagonista a confermarlo - ma il problema sta altrove, ossia nella costruzione di un mistero che più di tanto non può offrire finendo per condurre a uno sbocco abbastanza indefinito e non convincente: quasi per compensare, sono una miriade i simboli intessuti nel procedere del racconto (con una spiccata predilezione per gli animali, dagli uccelli al cane) oppure evidenti nella parte visiva. La bella e pulita fotografia di Maurizio Calvesi esplora i colori freddi del nord Europa e gli insistiti chiaroscuri del grande e vuoto albergo, ma, malgrado lo sguardo di Andò tenda a preferire la semplicità, le suggestioni alla Sorrentino sono una trappola nella quale, date le condizioni di partenza, è quasi impossibile non scivolare. Il risultato è un’opera meditabonda che si accende a tratti, magari con l’aiuto delle belle musiche di Nicola Piovani che sanno emozionare già a partire dal brano che impreziosisce il volo dei titoli di testa. Se il messaggio arriva forte e chiaro e i bei momenti non mancano, il coinvolgimento resta relativo e l’operazione non può far altro che convincere solo a metà: mezzo punto in più lo guadagna però la sequenza finale tra Salus e il cane Rolf che si chiude con quella che sembra proprio una strizzata d’occhio al cinema dell’epoca d’oro e a Charlot in particolare.

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